L’incertezza nella Supply Chain

on 9 Giugno 2024

Instabilità, incertezza, ritardi delle forniture, rincari delle materie prime sono termini a cui, anche i non addetti ai lavori, negli ultimi anni si sono abituati. D’altronde le conseguenze di questi fenomeni si fanno sentire anche nella vita privata di tutti noi. La loro entità è ben sintetizzata dal report sottostante di JP Morgan.

Week Ahead Economic Preview: Week of 2 May 2022 | IHS Markit

Analizzando l’andamento degli ultimi vent’anni ed a voler essere critici, si potrebbe affermare che, seppur con motivazioni ed entità differenti, questi fenomeni non siano del tutto nuovi. Ciononostante, è indubbio che attualmente la maggior parte delle aziende si sia fatta trovare impreparata e stia attraversando un periodo di crisi. Non dimentichiamo che “crisi” (dal greco krisis) ha anche il significato di scelta o cambiamento. Quindi vediamo come le aziende stanno affrontando questa crisi, quali azioni stanno attuando per tentare di minimizzare gli effetti negativi di questa situazione.

Innanzitutto, analizzando la curva gialla del suddetto grafico si evince anche un apparente lato positivo, ossia l’aumento dell’ordinato da parte delle aziende, che potrebbe far pensare ad una domanda in crescita. In realtà questo dato spiega la principale misura con cui le aziende stanno fronteggiando questa crisi, ossia l’aumento delle scorte (o il tentativo di aumentarle) soprattutto sui prodotti con un lungo ciclo di approvvigionamento. Questa conclusione è deducibile anche dal grafico sottostante che mostra l’aumento del livello di scorte (di sicurezza) da parte delle aziende.

Global raw material inventories

Possiamo considerare questa risposta da parte delle aziende come assolutamente comprensibile. Nel breve periodo, derogare ai principi lean di gestione dei magazzini, consente (nel momento in cui lo stock si sarà costituito) di migliorare la capacità di reazione in caso di necessità.

Tale azione, tuttavia, non è esente da insidie. Innanzitutto, il rischio principale è che, considerato l’elevato backlog manifatturiero-logistico, lo stock si costituisca solo nel momento in cui questo non sia più strettamente necessario. Inoltre, se all’aumento delle scorte sommiamo anche il succitato aumento dei prezzi risulta immediato il potenziale rischio a livello finanziario da parte delle aziende. Infatti, pur immaginando un conseguente rincaro dei prezzi finali, rimane insoluto il problema legato ad un ciclo monetario sbilanciato. In ultima analisi l’aumento degli ordinativi nel tentativo di aumentare le scorte di sicurezza si potrebbe considerare anche come un’alterazione fittizia della reale domanda di mercato che sappiamo genera complessivamente un ulteriore peggioramento della reattività della supply chain. Analoghe riflessioni si potrebbero fare relativamente alle misure attuate dal governo italiano (Superbonus) ad (apparente) sostegno del settore edilizio. Aumento incontrollato dei prezzi (a scapito della comunità) ed impossibilità di reperire sufficiente manodopera da parte di chi realmente necessità di opere edilizie sono le vere dirette conseguenze che queste manovre, a mio personale avviso, hanno portato. 

Altre attività che potrebbero agevolare in questo momento sono proprio le basi che stanno dietro al concetto di Supply Chain. Ricordiamo che il termine non è nato semplicemente come una traduzione anglofona di logistica, bensì per ribadire l’importanza di integrazione e collaborazione tra le aziende all’interno della stessa filiera. Condividere i rischi di fornitura e gestire previsioni collaborative di medio-lungo termine con i fornitori oggi è più che mai è importante in quanto è dimostrato che si tratta di attività che permettono di mitigare l’instabilità lungo la supply chain. Altra attività di contenimento dei rischi è sicuramente l’inserimento in fase contrattuale di clausole di indicizzazione dei prezzi di acquisto al fine di avere un controllo analitico e meno isterico dell’andamento dei prezzi di acquisto e mettersi al sicuro dai rischi di mancate forniture. Per quanto riguarda la negoziazione dei contratti di trasporto, ricordiamo che l’indicizzazione dei prezzi sulla base delle quotazioni del carburante risulta attività obbligatoria per legge.

Al pari della precedente, la diversificazione delle fonti di fornitura rappresenta forse la più classica strategia di minimizzazione del rischio, almeno nei casi di quelle forniture che non necessitino di elevati costi di set up.  

Altre leve che alcune aziende da tempo stanno tentando di attivare sono quelle di accorciare la supply chain e il reshoring. Si tratta di un fenomeno opposto alla globalizzazione delle forniture.

Ovviamente, prima di avvicinare la produzione alla regione della domanda, è necessario anche in questo caso interrogarsi sulla sostenibilità finanziaria di questa delocalizzazione.

Un esempio che possiamo citare in questo senso è quello di Ikea che negli ultimi mesi ha sia attuato un riposizionamento di parte della produzione di mobili dall’Asia all’Europa sia ha messo in partica saltuariamente la strategia di noleggiare direttamente alcune navi portacontainer per avere un maggior controllo su una fase estremamente critica della supply chain. Tale attività ovviamente può risultare attuabile, seppur saltuariamente, da gruppi delle dimensioni di Ikea e non dalla maggior parte delle aziende. Tuttavia, ritengo che per la maggior parte delle aziende, tanto più in periodo in cui l’affidabilità del trasporto marittimo è ai minimi storici, la scelta del partner logistico sia fondamentale. Se analizziamo il grafico sottostante, si evince come, seppur globalmente le performance di puntualità siano negative per tutti, esistono compagnie marittime che performano nettamente meglio di altre.

Autore: Stefano Milanese

Ingegnere Gestionale, da una decina d’anni si occupa di formazione dopo aver maturato una più che decennale esperienza con ruoli di responsabilità nelle aree Supply Chain e Logistica presso multinazionali leader nei settori consumer goods e fashion.

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Crollo dei noli marittimi durante il 2022

on 3 Marzo 2022

A fine dicembre 2022 sono quasi cinquanta le settimane consecutive di calo dei noli marittimi come rilevato dal Drewry’s World Container Index. Possiamo vedere nel dettaglio come, ad esempio, il costo di trasporto di un container da 40’ da Shangai a Genova, nel giro di un anno, sia passato da circa 13.000$ a circa 3.000$. 

Le cause di questo andamento sono molteplici. Innanzitutto attualmente stiamo assistendo ad una riduzione della domanda di trasporto legata al rallentamento della crescita economica ad al trend dell’inflazione più alta mai vista da alcuni decenni a questa parte. 

Dietro a questo fenomeno c’è una seconda spiegazione che è possibile apprezzare analizzando i dati su un orizzonte di tempo più ampio. I livelli di costo raggiunti nel biennio 21-22 sono stati di gran lunga i più elevati mai raggiunti in passato a causa della pandemia da Covid-19 e le successive ripercussioni in ambito produttivo-logistico. Durante il biennio 21-22, rispetto ai valori pre-crisi, gli aumenti non erano più quantificabili in termini % bensì si esprimevano in x5 o x6 intese come di quante volte era aumentato il valore di un determinato trasporto rispetto al periodo del 19-20. 

Molti addetti ai lavori avevano infatti previsto un “naturale” ritorno alla normalità dei noli in concomitanza con lo stabilizzarsi della situazione sanitaria. 

La domanda ora è per quanto continueranno a scendere. Ma nessuno può ancora rispondere con precisione. Secondo la società di analisi Xeneta, la tendenza proseguirà, con “piccole riduzioni”, anche nelle prossime settimane. Xeneta, da parte sua, non indica una data di possibile arresto del declino delle tariffe dei contratti, ma spiega di prevedere ulteriori diminuzioni con l’arrivo del nuovo anno, anche in considerazione del fatto che i suoi analisti per il 2023 stimano una riduzione del 2,5% dei volumi trasportati complessivamente.

Gli aumenti del costo del trasporto marittimo negli ultimi due anni hanno contribuito notevolmente all’aumento dei prezzi dei beni, siano essi materie prime o prodotti finiti. In maniera eccessivamente semplicistica potremmo pensare che essi siano stati semplicemente “ribaltati” sui costi dei beni tangibili contribuendo in tal modo all’innalzamento del tasso di inflazione. In realtà si tratta di una visione parziale. Le conseguenze vanno analizzate su una prospettiva più ampia. A fianco degli aspetti economici vanno sottolineati anche gli aspetti legati al crollo dell’affidabilità (intesa come puntualità) del servizio di trasporto marittimo. Come possiamo vedere il dato di affidabilità è passato da valori attorno all’80% dell’anno 2019 al 30-40% dell’anno 2021. I ritardi medi sono raddoppiati da circa 4 giorni a 8. 

In conclusione, l’instabilità generata dalla pandemia sanitaria ha generato ben più di un proporzionale aumento dei prezzi causato da un aumento dei costi di trasporto; in alcuni casi ha comportato la necessità di aumentare oltremisura le scorte per garantire una continuità produttiva e di servizio. Dove questo non è stato possibile, ha causato delle vere proprie interruzioni delle catene di fornitura e conseguenti disservizi. In altri casi, ove economicamente sostenibile, degli shift modali a favore di modalità di trasporto più affidabili e costose. 

Anche da questo punto di vista la situazione durante il 2022 sembra essersi avviata con un trend positivo verso i valori del 18-19. Questo fatto, oltre che giovare alla continuità delle forniture delle nostre aziende, potrebbe anche parzialmente far riguadagnare parte della domanda di trasporto marittimo temporaneamente migrata verso altre modalità. 

Autore: Stefano Milanese

Ingegnere Gestionale, da una decina d’anni si occupa di formazione dopo aver maturato una più che decennale esperienza con ruoli di responsabilità nelle aree Supply Chain e Logistica presso multinazionali leader nei settori consumer goods e fashion.

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Incoterms 2020

on 3 Gennaio 2020

Dal 1 Gennaio 2020 al via la nuova versione degli Incoterms

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Quali sono le migliori aziende per servizio in Italia

on 14 Novembre 2017

Molto spesso i clienti sono conquistati e motivati all’acquisto da uno di questi fattori: innovazione, design, prezzo. E proprio per questo motivo molti degli sforzi delle aziende sono volti al miglioramento di questi aspetti.

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Stefano MIlaneseQuali sono le migliori aziende per servizio in Italia

Aziende premiate al Best Performance Award 2017

on 13 Novembre 2017

Sono stati annunciati ieri sera i vincitori dei Best Performance Award 2017, premio pensato da SDA Bocconi School of Management in partnership con J.P. Morgan Private Bank, PwC, Thomson Reuters e Gruppo 24 ORE, dedicato alle aziende eccellenti dal punto di vista economico, sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale, di governance e propense a sviluppo e innovazione.

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Storia una start-up italiana di successo

on 2 Novembre 2017

Quanto incide il prezzo sulle decisioni di acquisto on-line? L’80% degli acquirenti on-line sceglie il negozio basandosi sul prezzo. Risulta quindi fondamentale per il venditore monitorare attentamente il proprio posizionamento rispetto ai competitors.

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Stefano MIlaneseStoria una start-up italiana di successo

Corporate e Personal Storytelling

on 1 Ottobre 2017

Nel corso dell’anno appena concluso ho avuto il piacere di approfondire due libri sull’argomento dello storytelling scritti da Andrea Bettini ”Non siamo mica la Coca Cola ma abbiamo una bella storia da raccontare. Usare il Corporate Storytelling senza essere una multinazionale” e ”#Personal storytelling – costruire narrazioni di Sé efficaci” (co-autore Andrea Gavatorta).

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Stefano MIlaneseCorporate e Personal Storytelling

Moda – andamento dei ricavi dei primi mesi del 2016

on 5 Dicembre 2016

L’andamento dei primi nove mesi del 2016 per i ricavi dei primi player italiani nel settore della moda (quotati in borsa) mostra segnali complessivamente positivi. Altrettanto interessante sarà vedere il dato di marginalità dietro i ricavi. Da un’analisi di Market Insight.

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La formazione del Supply Chain Manager

on 16 Novembre 2016

Articolo tratto da UNIDEA, rivista di Unindustria Servizi e formazione Treviso e Pordenone, relativo ad un mio recente progetto presso un’importante realtà manifatturiera del Nordest.

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