La ragionevole durata dei Processi

on 1 Settembre 2023

Come è noto, è stato pubblicato sulla Gazzetta n. 243 del 17 ottobre 2022 [suppl. ord. n. 38/L] il D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 recante attuazione della legge 26 novembre 2021, n. 206, recante delega al Governo per l’efficienza del Processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata.

Il cambiamento operato dalla Riforma promette, prima facie, di essere molto più di un mero ritocco dei riti processuali anche se, tuttavia, ad un attento esame del nuovo articolato normativo predisposto, le novità introdotte paiono operare una sorta di mero “restyle” delle norme del Codice di rito, senza alcuna incisione sulla durata dei procedimenti.

In Italia servono circa quattrocento giorni per concludere il primo grado di un processo civile, quasi mille giorni per il secondo grado e circa millecinquecento giorni per il terzo grado.

Come è noto la riforma della Giustizia e con essa la durata dei Processi, legata alla diversa visione delle forze politiche sulla Prescrizione delle pene, è giunta alla conclusione. Ma nel programma del Governo, su richiesta anche dell’Unione Europea, vi sarà un ulteriore approfondimento normativo, finalizzato a renderla più efficiente ed efficace.

La Riforma della Giustizia

Tra i provvedimenti che compongono la riforma vi sono quelli per garantire tempi certi dei processi penali, in particolare due anni per quello d’Appello e un anno per quello di Cassazione, che si aggiungono alla conferma dello stop alla Prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia di colpevolezza sia di assoluzione.

La durata del Processo penale

Per sfoltire la lista d’attesa dei processi il Pubblico Ministero potrà chiedere il rinvio a giudizio solo in caso di ragionevole previsione di condanna. Per i reati particolarmente gravi, come quelli legati alla mafia e al terrorismo, si segue un regime diverso: il procedimento va avanti ma le proroghe devono essere motivate dal Giudice. Inoltre per i primi tre anni, 2022-2023-2024, la Riforma della giustizia prevede che i tempi restino: quattro anni in Appello e due in Cassazione per tutti i processi in via ordinaria. Questi provvedimenti dovrebbero portare ad una riduzione dei tempi di durata del processo penale, che nelle intenzioni dell’esecutivo tra tutti i tre gradi dovrebbero scendere a circa cinque anni.

Gli obiettivi del PNRR

Entro giugno 2023, andranno adottati tutti i decreti attuativi ed eventuali regolamenti, mentre nel giugno 2026 dovranno essere raggiunti degli obiettivi quantitativi in termini di risultato: per quanto riguarda i procedimenti civili, viene prescritta la riduzione almeno “del 40 per cento dei tempi di trattazione dei procedimenti dei contenziosi sia civili che penali”.

Per raggiungere gli obiettivi del PNRR entro il 2026, non si farà leva solamente sulla maggiore efficacia degli uffici giudiziari ma anche sulle risorse messe in campo dal PNRR stesso. In particolare, verranno investiti 2,26 miliardi di euro in assunzioni a tempo determinato di figure professionali e staff tecnico-amministrativo per supportare i giudici nell’evasione di pratiche pendenti. L’obiettivo di questo ingente investimento è quello di rafforzare l’Ufficio del Processo e superare le disparità tra tribunali. Questo aumento di capitale umano negli uffici giudiziari potrebbe essere infatti determinante non solo per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR in sé, ma soprattutto per colmare le evidenti disparità territoriali nei tempi di smaltimento dei Tribunali. Va però detto che le assunzioni, da effettuarsi entro giugno 2024, sono a carattere temporaneo; il che comporta che lo sforzo iniziale dovrà servire per migliorare strutturalmente l’efficienza della gestione complessiva.

gianni-milanese

 Settembre 2023 – Fonte AI

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